Article ID | Journal | Published Year | Pages | File Type |
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2617946 | EMC - Medicina Riabilitativa | 2007 | 6 Pages |
Abstract
Nel diabete di tipo 2 l'attività fisica agisce direttamente sul fattore causale principale, che è l'insulinoresistenza. Questo effetto è più importante negli stadi iniziali della malattia, fino a che l'insufficienza della secrezione di insulina non è troppo importante. Misure semplici, come 30 minuti quotidiani di cammino veloce, consentono di ottenere una vera prevenzione secondaria in soggetti intolleranti al glucosio, mentre un miglioramento metabolico è stato dimostrato nei soggetti diabetici accertati. Non si possono tuttavia escludere alcuni rischi in caso di complicazioni, soprattutto podologiche e cardiache, per cui è necessario un bilancio preventivo. Nel diabete di tipo 1 l'attività fisica non ha un effetto terapeutico diretto, ma ha un ruolo importante nella qualità della vita dei pazienti. I rischi di squilibrio, soprattutto di ipoglicemia, possono per lo più essere prevenuti con un adattamento della dietetica e degli schemi di insulinoterapia. Gli analoghi recenti (rapidi e lenti), così come le pompe sottocutanee, facilitano questi adattamenti. Nei due tipi di diabete, l'educazione terapeutica ha un ruolo fondamentale: nel tipo 2 aiutare e accompagnare i pazienti, che di solito sono reticenti; nel tipo 1 facilitare l'autonomia dei pazienti, che di solito chiedono molto per una migliore sicurezza e una maggiore libertà . Nei due tipi di diabete l'attività fisica ha inoltre degli effetti favorevoli supplementari in quanto agisce sugli altri fattori di rischio cardiovascolare: il peso, l'ipertensione arteriosa, i parametri lipidici, i fattori della coagulazione.
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Health Sciences
Medicine and Dentistry
Orthopedics, Sports Medicine and Rehabilitation
Authors
E. Mollet,