Article ID | Journal | Published Year | Pages | File Type |
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2756850 | EMC - Anestesia-Rianimazione | 2015 | 13 Pages |
Abstract
L'installazione di un'ipotermia intraoperatoria di solito moderata (â 34,5-35,5 °C) è la regola, in assenza di misure preventive sotto anestesia generale o locoregionale perimidollare. La ridistribuzione interna del calore ne è la causa principale, portando a una rapida caduta iniziale della temperatura centrale. La creazione di un debito calorico favorito dall'alterazione della termoregolazione aggrava, in seguito, l'ipotermia, fino a una temperatura interna di circa 34,5 °C, dove la ricomparsa della vasocostrizione termoregolatrice permetterà la stabilizzazione tardiva della temperatura centrale a questo livello. Tuttavia, il debito calorico continua a peggiorare a causa delle perdite di calore a livello del compartimento periferico. La responsabilità propria dell'ipotermia nella comparsa di complicanze perioperatorie (ischemia miocardica e disturbi del ritmo, aggravamento del sanguinamento chirurgico, ascesso della parete, cicatrizzazione ritardata), che possono prolungare la durata del ricovero, è stata dimostrata. L'ipotermia può essere efficacemente prevenuta riscaldando la cute (di solito con coperte ad aria calda), a condizione di un utilizzo ottimale di tali mezzi. Tra le altre misure preventive, solo il riscaldamento di prodotti ematici labili è indispensabile in caso di trasfusione rapida. Il mantenimento della normotermia intraoperatoria fa ora parte della gestione di routine di tutti i pazienti anestetizzati.
Keywords
Related Topics
Health Sciences
Medicine and Dentistry
Anesthesiology and Pain Medicine
Authors
C. (Chef de clinique assistante), Y. (Praticien hospitalier), E. (Praticien hospitalier), A. (Professeur des Universités),