Article ID | Journal | Published Year | Pages | File Type |
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2756947 | EMC - Anestesia-Rianimazione | 2014 | 11 Pages |
Abstract
Il termine di «blast» è utilizzato per definire le lesioni anatomiche e la sindrome clinica provocate dall'esposizione dell'organismo agli effetti di un'onda d'urto derivante da un'esplosione. Un'esplosione è una reazione chimica esotermica che trasforma, in un tempo molto breve, un corpo liquido o solido in gas, schematicamente con tre componenti: l'onda d'urto, il soffio e il calore. Secondo l'ambiente in cui si propaga l'onda d'urto, si distinguono dei blast in ambienti aerei, liquidi o solidi. Le esplosioni possono essere il risultato di incidenti domestici o industriali ma sono ormai, il più delle volte, dovuti ad atti di terrorismo o di guerra, con delle lesioni di blast all'origine di lesioni fisiche e psicologiche gravi. Le lesioni provocate dall'esplosione sono divise in quattro categorie di lesioni associate a un'onda d'urto: primarie, secondarie, terziarie e quaternarie o, anche, quinquenarie. Una vittima di esplosione vicina alla fonte esplosiva è ustionata, in shock emorragico su amputazioni di arto e ipossica per blast polmonare o pneumotorace e presenta ferite penetranti multiple e lesioni per proiezione. A distanza, i feriti possono presentare solo delle lesioni timpaniche e da proiettili. La pericolosità di queste ultime non dipende tanto dalla dimensione dei proiettili (per esempio, pneumotorace compressivo, lesione vascolare o ferita craniocerebrale) e delle vittime decedute possono, quindi, essere scoperte molto a distanza dall'esplosione: la gravità della lesione ha il sopravvento sul suo meccanismo. In caso di vittime multiple, la catena di soccorso è spesso saturata e disorganizzata nella fase iniziale, a causa dell'afflusso massivo di feriti, con molte vittime poco gravi: è indispensabile un triage preospedaliero adeguato.
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Health Sciences
Medicine and Dentistry
Anesthesiology and Pain Medicine
Authors
P. Pasquier, B. Lenoir, B. Debien,