Article ID | Journal | Published Year | Pages | File Type |
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2965794 | Journal of Cardiovascular Echography | 2011 | 9 Pages |
Abstract
La cardiotossicità rappresenta uno dei fattori che più limita l'uso dei farmaci antitumorali, con un forte impatto sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza del paziente, indipendentemente dal problema oncologico di base. La manifestazione clinica più tipica della cardiotossicità è lo sviluppo di una cardiomiopatia ipocinetica, considerata ancora oggi poco responsiva alla convenzionale terapia antiscompenso. Il migliore trattamento della cardiotossicità rimane in prima istanza la sua prevenzione. A questo scopo sono state proposte numerose strategie preventive, tra cui la limitazione del dosaggio totale dei farmaci chemioterapici, con particolare riferimento alle antracicline, diverse modalità di somministrazione, l'utilizzo di analoghi meno cardiotossici e di cardioprotettori, l'utilizzo della terapia cardiologica preventiva in pazienti selezionati sulla base della positività dei marker cardiaci. La risposta alla moderna terapia antiscompenso di questa forma di cardiomiopatia non è mai stata valutata in grandi trial clinici, e non esistono tuttora raccomandazioni basate sull'evidenza relative al suo trattamento. Se da un lato, infatti, è verosimile che ACE-inibitori e beta-bloccanti possano essere efficaci nel trattamento di questa forma di cardiomiopatia, peresiste una preoccupazione ingiustificata circa il loro uso nei pazienti oncologici, specie se ancora asintomatici.
Keywords
Related Topics
Health Sciences
Medicine and Dentistry
Cardiology and Cardiovascular Medicine
Authors
Daniela Cardinale,