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3196744 EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei 2009 10 Pages PDF
Abstract
Il processo cicatriziale è un fenomeno estremamente complesso che fa intervenire molteplici attori, cellule circolanti o del tessuto leso, componenti matriciali e fattori solubili, secondo una dinamica spaziotemporale interattiva ancora mal precisata. I tempi sono molto precisi e si descrivono diverse fasi, successive a scopo didattico ma, di fatto, intricate nei tempi. La prima fase, che inizia immediatamente dopo una ferita, è una fase di emostasi, infiammatoria e vasculodetergente. Il coagulo di fibrina formato permette la chiusura della ferita e serve da matrice provvisoria. Le piastrine liberano il proprio contenuto e attraggono i neutrofili, che vanno a eliminare i batteri. Citochine e fattori di crescita vengono rilasciati a cascata. La seconda fase è proliferativa, prima di tutto dermica, con un'angiogenesi che determina la formazione di tessuto di granulazione e l'acquisizione di specificità morfologiche e biochimiche delle cellule muscolari lisce grazie ai fibroblasti, detti, quindi, «miofibroblasti». Anche questa seconda fase è epidermica, con la riepidermizzazione e il ripristino della funzione barriera della pelle. Queste due fasi si svolgono nelle prime 2-3 settimane di cicatrizzazione. Infine, la terza fase è una fase di rimodellamento, tardiva, che si prolunga per almeno 18 mesi. Deve, in teoria, permettere al tessuto di ritrovare le sue proprietà funzionali iniziali, in particolare, per la pelle, le proprietà meccaniche. Ogni tappa è sotto il controllo di numerosi segnali scambiati dai diversi tipi di cellule tra di loro e con l'ambiente circostante. L'inefficienza di questi processi interattivi e dinamici può portare a cicatrizzazioni eccessive, ipertrofiche e perfino cheloidi o, al contrario, a ritardi di cicatrizzazione.
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