Article ID | Journal | Published Year | Pages | File Type |
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3465151 | EMC - AKOS - Trattato di Medicina | 2012 | 10 Pages |
Abstract
I disturbi pigmentari sono frequenti nella pratica corrente e raggruppano numerose patologie dalle cause e dalle prognosi molto diverse. Un'analisi anamnestica e semeiologica rigorosa permette, nella maggior parte dei casi, di porre una diagnosi clinica. La vitiligine è una depigmentazione acquisita che colpisce l'1% della popolazione generale. Importanti progressi sono stati realizzati sia nella conoscenza della sua fisiopatologia che nel suo trattamento. Essa deve essere differenziata dalle ipopigmentazioni post-infiammatorie, molto frequenti ma che provocano un'ipopigmentazione più che una depigmentazione completa della cute. Il melasma e le iperpigmentazioni postinfiammatorie sono le cause più frequenti di iperpigmentazione. Sono affrontate anche altre cause di ipo- o di iperpigmentazioni importanti da conoscere. I disturbi della pigmentazione possono essere suddivisi in tre grandi gruppi: le ipopigmentazioni, le iperpigmentazioni e le colorazioni anomale della cute. Questi disturbi pigmentari sono il risultato di meccanismi fisiopatologici vari che includono delle variazioni quantitative o qualitative del pigmento melanico, delle anomalie di distribuzione della melanina o dei derivati dell'emoglobina, la presenza anomala di pigmento di origine endogena o esogena o un ispessimento dell'epidermide. Questi disturbi pigmentari possono interessare la cute, ma anche i tegumenti. Alcuni sono di origine genetica mentre la maggior parte degli altri è acquisita. Così, esiste un numero particolarmente elevato di disturbi pigmentari e solo i più frequenti e i più utili da conoscere nella pratica corrente sono descritti in questa sede.
Keywords
Related Topics
Health Sciences
Medicine and Dentistry
Medicine and Dentistry (General)
Authors
T. Passeron,