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4284683 EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Ortopedica 2010 16 Pages PDF
Abstract
Le malformazioni congenite della mano derivano da anomalie del processo di formazione, differenziazione o di segmentazione del modello primitivo. La loro correzione chirurgica è in generale consigliata a partire dall'età di un anno. La separazione di una sindattilia permette di ripristinare lo spazio commissurale con un lembo dorsale e, associandolo a innesti cutanei, si ricostruisce la superficie della faccia laterale delle dita. Le deformità in flessione (campodattilia) devono essere trattate con un'ortesi in estensione. Questo intervento si associa a una plastica cutanea mentre interventi sui tendini e/o articolazioni non si rendono necessari se non in caso di fallimento del programma ortesico. Le deformità laterali (clinodattilia) non devono essere operate se non in caso di impedimento funzionale e l'intervento consiste in una correzione della deformità ossea (osteotomia). Nelle patologie congenite, si possono eseguire plastiche a “Z” successive per eliminare la tensione delle commissure. Le schisi centrali della mano possono comprendere un'agenesia della dita o una sindattilia, e queste due componenti devono essere trattate contemporaneamente (trasposizione, plastica). Nelle grandi anomalie riduzionali (agenesie, aplasie, simbrachidattilie), il trattamento può fare ricorso a innesti di falangi non vascolarizzate o a trapianti microchirurgici a partire dalle dita dei piedi per creare almeno una pinza bidattila. Nelle macrodattilie congenite, la riduzione del volume delle dita si può effettuare con interventi sull'osso (osteotomia, epifisiodesi) e/o sulle parti molli (riduzione del tessuto adiposo). Nelle polidattilie che interessano il margine ulnare della mano, la soluzione è spesso rappresentata dalla resezione di uno dei duplicati, associata a una reinserzione muscolare e legamentosa.
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Health Sciences Medicine and Dentistry Surgery
Authors
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