Article ID | Journal | Published Year | Pages | File Type |
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8617206 | EMC - Anestesia-Rianimazione | 2017 | 11 Pages |
Abstract
Le ipercalcemie gravi sono situazioni divenute ormai rare per via del dosaggio più frequente del calcio sierico, in particolare della sua forma ionizzata, e anche per via dello screening e del trattamento più precoci delle loro cause. Rimangono, tuttavia, potenzialmente gravi a causa, soprattutto, delle conseguenze cardiache e richiedono un trattamento rapidamente efficace. L'ipercalcemia è definita come una calcemia totale superiore a 3,5 mmol lâ1 o a 3 mmol lâ1 con presenza di segni clinici. I molti ruoli del calcio, sempre più conosciuti, soprattutto nella trasmissione dei segnali cellulari, ne fanno un elemento essenziale nel funzionamento di numerosi organi. Il mantenimento della calcemia entro limiti rigorosi è, quindi, particolarmente regolato ed è assicurato dall'ormone paratiroideo (PTH), dalla vitamina D e dalla calcitonina, con meccanismi di feedback e un ruolo significativo del recettore del calcio. L'ipercalcemia, soprattutto se di instaurazione rapida, può causare sintomi cardiaci, neurologici e renali potenzialmente gravi, che richiedono una rapida cura. Le cause più frequenti sono l'iperparatiroidismo e le neoplasie, la cui diagnosi si basa sui segni clinici, ma, soprattutto, sul dosaggio del PTH e del suo analogo strutturale patologico, il parathormone-related peptide (PTHrP) prodotto dalle cellule tumorali. Il trattamento dell'ipercalcemia grave viene intrapreso durante la rianimazione con l'introduzione di misure generali e sintomatiche e, in seguito, di trattamenti specifici, che si basano, attualmente, sui bifosfonati e sulla calcitonina e, in futuro, su nuove molecole, come i calciomimetici o gli anticorpi monoclonali.
Keywords
Related Topics
Health Sciences
Medicine and Dentistry
Anesthesiology and Pain Medicine
Authors
C. (Docteur, maître de conférences des Universités, praticien hospitalier),