Article ID | Journal | Published Year | Pages | File Type |
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8831486 | EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare | 2016 | 9 Pages |
Abstract
La mortalità e la morbilità legate alla sostituzione dell'arco aortico in una popolazione a rischio chirurgico “standard” sono diminuite, nel corso degli ultimi decenni, a causa di varie modificazioni della tecnica chirurgica. Nonostante questi progressi della chirurgia, la ricostruzione dell'arco aortico rimane una sfida, particolarmente nei pazienti anziani, nei pazienti trattati in urgenza o in quelli con comorbilità importanti. In 20 anni, il trattamento endovascolare degli aneurismi dell'aorta toracica discendente si è posizionato come valida alternativa alla chirurgia aperta. Tuttavia, per le lesioni dell'arco aortico, l'emergenza dei tronchi sovraortici non consente un trattamento endovascolare. Per ottenere un colletto prossimale, è stato recentemente proposto un approccio ibrido che associa una trasposizione di uno o più tronchi sovraortici seguita dall'esclusione endovascolare della lesione. La trasposizione è realizzata per creare una zona di ancoraggio prossimale (colletto prossimale) adatta per l'impianto dell'endoprotesi, mantenendo, al tempo stesso, la perfusione cerebrale e degli arti superiori. I risultati del trattamento ibrido dell'arco aortico sono simili in termini di mortalità e morbilità neurologica a quelli della chirurgia convenzionale. Inoltre, la maggior parte dei pazienti studiati è costituita da pazienti ad alto rischio chirurgico in cui è controindicata una chirurgia aperta. Tuttavia, le serie riportate in letteratura sono limitate in termini di numero di pazienti inclusi, con un follow-up breve. Attualmente, il trattamento ibrido delle lesioni dell'arco aortico in zona 0 resta limitato ai pazienti ad alto rischio chirurgico.
Keywords
Related Topics
Health Sciences
Medicine and Dentistry
Surgery
Authors
L. (Professeur des Universités, praticien hospitalier), C. (Professeur des Universités, praticien hospitalier), P. (Professeur des Universités, praticien hospitalier),